Chi siamo
Tre artigiane orafe e Cocco
Abbiamo cominciato in quattro. Quattro persone con formazioni diverse, ma unite tra loro da vincoli affettivi, culturali, emotivi e professionali.
Un giorno decidono che è il momento di imparare qualcosa di nuovo, e la scelta cade sulla cera persa.
Una tecnica antica, ma mai abbandonata; versatile, può servire a creare statue imponenti come minuscoli gioielli; semplice, per l’arrendevolezza naturale della cera, che si fa plasmare in mille forme, pronta a scomparire per lasciare il posto al metallo. Decidiamo di unire esperienze, conoscenze, creatività, umorismo per lavorare insieme e produrre oggetti che sono il risultato di una sinergia. Difficile dire chi ne sia l’autore: in una bottega l’atto creativo è qualcosa a cui si partecipa tutti, chi in un modo, chi in un altro, e le inclinazioni naturali di ognuno di noi vengono via via modificate e influenzate nel lavoro fianco a fianco.
È così che funziona una bottega, e noi questo sentiamo di essere.
Nel 2019 Fabiano ha deciso di aprire un posto tutto suo e così comincia un nuovo capitolo di collaborazione e di crescita.
Lara Alfieri, Cocco, Roberta Capasso e Minù Capasso
La Cera Ritrovata
C'era una volta
Eravamo in cucina da Minù quando disse: “Vado a fare un corso di fusione a cera persa”; e Roberta: “Vengo anch’io! E diciamolo anche a Lara!”. È cominciata così la nostra avventura: il corso ci ha dato gli strumenti tecnici di base, poi abbiamo cominciato a sperimentare, all’inizio pensando a quello che ci sarebbe piaciuto indossare.
Abbiamo poi cominciato a fare vendite in giro, all’inizio timorosi, poi, incoraggiati nel vedere che i nostri oggetti erano apprezzati, abbiamo cominciato a pensare di fare un po’ più sul serio.
Fondamentale è stata la collaborazione con un’amica orafa: in un anno a bottega da lei abbiamo imparato moltissimo, quello che era iniziato come un passatempo cominciava a diventare un mestiere.
I primi risultati
Nel 2010, la svolta: si libera un negozio piccino picciò, e decidiamo di metterci in proprio. Fondiamo la nostra società, e il 16 giugno 2010 inauguriamo la bottega La Cera Ritrovata.
A poco a poco abbiamo cominciato a farci conoscere, prima nel quartiere, poi la voce ha cominciato a girare un po’ più in là, e per provare a uscire anche dai confini di Roma abbiamo creato un sito e una pagina Facebook.
Boom!
Ci è voluto un po’ per partire, ma un giorno abbiamo pubblicato la foto di un anello con perla e in poco tempo abbiamo avuto centinaia di like. Incredibile! Ancora oggi ci sarebbe difficile dire in anticipo se una foto otterrà un grande successo o no, è qualcosa di imprevedibile.
Qualche tempo dopo la pubblicazione della foto, ci arriva una telefonata da Facebook: il picco di contatti dovuto alla perla è stato notato, le nostre creazioni hanno riscosso l’apprezzamento di chi seleziona gli inserzionisti e ci viene proposto di partecipare a un programma, Facebook Ambassadors, di avere un consulente che ci aiuti a rendere la nostra comunicazione su Facebook più efficace e di partecipare ad eventi in Italia e all’estero per parlare della nostra esperienza.
Gli eventi a Roma, Milano, Bruxelles, Dublino sono stati una splendida occasione per entrare in contatto con piccoli imprenditori che, come noi, avevano cominciato un’attività e l’avevano promossa e ampliata grazie alla presenza sui social.
E ora si continua, cercando di fare sempre meglio e di guadagnarci la fiducia anche di chi non vivendo a Roma non può venire a trovarci in bottega.
Che soddisfazioni
Ci chiamano da Bologna, è una persona che ha visto una trasmissione in televisione e ha notato gli orecchini della conduttrice, ha chiamato la redazione ed è venuta a sapere che quegli orecchini erano della bottega La Cera Ritrovata di Roma. È stata la nostra prima vendita fuori Roma, la nostra prima spedizione!
E poi ogni volta che una cliente indossa per la prima volta il gioiello che stava aspettando e le leggi in viso la gioia di vederlo ancora più bello di come se lo aspettava… in quel momento lo stress, la fatica, le esitazioni scompaiono.
Poi ci sono quelle volte che entra una persona e comincia a fare domande che lì per lì non capisci, tendono a qualcosa e non si capisce cosa… e magari ti domanda se è possibile fare dei regali istituzionali, e viene fuori che la Camera dei Deputati vorrebbe donare alle gentili ospiti un nostro oggetto…